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Personnel:
Roger Mas (p), Jaume Llombart (g), Bori Albero (b), Jorge Rossy (d), Santi de la Rubia (ts)
Reference: FSNT-638
Bar code: 8427328436380
For this album, I have recorded some of my most intricate, complete compositions in regards to concept, style and music. I have tried to have a good time with my traveling partners, and in that, at least, I have succeeded.
I also tried to flow with clarity and intensity. This is for me a confirmation of everything that motivates and moves me, everything I search in music and in life.
—Roger Mas
"Non smette di riservare sorprese la scena della musica improvvisata spagnola, in particolare quella catalana. E ora un altro nome si aggiunge alla lista dei jazzisti da tenere sotto sservazione: è quello di Roger Mas.
Attivo da una ventina d’anni come didatta tra Barcellona e dintorni e anche nei Paesi Baschi (è capo del dipartimento di jazz e di musica moderna del Conservatori Superior de Música del Liceu), il pianista ha da sempre affiancato alla propria attività di insegnante il lavoro in sala di Registrazione e in concerto.
Già nel 2007 un suo album targato Fresh Sound –«Mason»– era stato premiato come disco jazz dell’anno. E adesso l’artista sbarca nei negozi con «Transparent», nuovo lavoro che lo vede alla guida di un quartetto decisamente brillante. Una formazione che si fa notare per la presenza di Jordi Rossy, storico –anche se oramai da tempo ex –batterista di Brad Mehldau, oggi passato con successo al vibrafono e attivo come leader («Puerta», uscito alla fine del 2021, è il suo progetto di esordio per ECM).
È un postbop scattante e mai scontato, quello che si ascolta negli undici brani del disco, tutti firmati da Mas. Composizioni lunghe, complesse e articolate che però non suonano mai cervellotiche e nelle quali a livello ritmico è prezioso il lavoro leggiadro di Rossy; sotto il profilo melodico, invece, si fa notare l’apporto di Jaume Llombart, un chitarrista originale il cui fraseggio limpido non è esente da echi rock e flamenco (in Sorra i Escuma, per esempio). In Dear Masters, poi –un pezzo dedicato al quartetto di John Coltrane–, al gruppo si aggiunge il sax tenore di Santi de la Rubia, protagonista di un assolo che rende omaggio all’eloquio torrenziale del grande Maestro.
Dal canto suo il leader, pur essendo un solista raffinato e tutt’altro che banale, preferisce limitare i suoi interventi allo stretto indispensabile e ritagliarsi il ruolo di regista, offrendo ai compagni di viaggio ampio spazio di manovra. Un disco ben equilibrato, che emana freschezza e sa unire piacevolezza e intelligenza."
—Franchi (febbraio, 2023)
Musica Jazz